Escursionismo sopra tutto! Che cosa fa chi va in montagna

Che immagine hanno gli italiani del turismo in montagna? Il tema è stato al centro dei lavori, il 14 maggio 2016 a Courmayeur, dell’Assemblea annuale dell’ANEF, Associazione Nazionale Esercenti Funiviari. Tutto ciò grazie a una ricerca commissionata a Ludovico Mannheimer, dell’Istituto Eumetra, che ha avuto per oggetto “L’immagine della montagna italiana”. L’inchiesta è stata condotta su un campione di 1.600 casi. Risultato? Il campione di intervistati si presenta diviso equamente tra chi predilige l’estate (51%) e chi invece sceglie l’inverno (49%). Ma ciò che emerge soprattutto è che siamo un popolo di pigri, marittimi e metereopatici. Il clima (freddo, pioggia, variabilità) è al primo posto (48%) tra le ragioni che tengono alla larga dalla montagna. C’è un terzo di amanti delle altezze a prescindere dalla stagione, un terzo che non ci andrebbe mai neanche morto e un altro terzo che vive la montagna soprattutto d’estate. Ciò che emerge è anche che fare escursioni/passeggiate/trekking è al secondo posto (21%) tra i motivi di chi sceglie la montagna subito dopo la tranquillità, il relax e il silenzio (30%). Tranquillità ma non troppo, osservano però gli imprenditori del turismo, altrimenti diventa noia. Via libera dunque, si deduce dal sondaggio, alla valorizzazione delle risorse naturali, e in particolare della sentieristica. “Il sentiero”, osserva il sociologo Annibale Salsa, “viene ad assumere oggi una valenza del tutto nuova legata non più alla necessità del duro lavoro del montanaro, bensì a motivate scelte culturali. Si tratta quindi, per i territori alpini, di capitalizzare un patrimonio dotato di grande valore paesaggistico, di un valore etico non disgiunto da importanti ricadute economiche e sociali”. Perché allora non utilizzare un 10% delle risorse pubbliche destinate all’industria dello sci per mettere (o rimettere) in cammino l’Italia?